Ecco come fare una buona prima impressione“Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione!”

Buon giorno, caro Agente di commercio.. In questo articolo ti parlerò dell’importanza della prima impressione e dell’andare oltre.

In ogni interazione umana, e quindi anche nella vendita, è determinante la prima impressione che lasciamo al nostro interlocutore, così come la sensazione che egli ci lascia spesso determina il nostro comportamento nei suoi confronti.

La prima impressione si forma nei primi due minuti, mentre occorre almeno un’ora per poterla modificare.

Quante volte però accade di non aver a disposizione tutto quel tempo? Non è detto che ci sia la possibilità di creare e crearsi una seconda buona impressione!

Ragionando attraverso stereotipi, troppo spesso non ci concediamo il permesso di spendere tempo per una seconda occasione d’interazione con chi non ci ha dato, di primo acchitto,  sensazioni positive.

Accade perché l’essere umano impiega solo una manciata di secondi per decidere se “prendere o lasciare”, se “mi piace“ o “non mi piace”.

Quante volte questo primo giudizio può far perdere un’opportunità?

E quanto determinante è ascoltare la pancia? Le sensazioni che derivano come mezzo di valutazione dai primi istanti in cui s’interagisce con qualcuno di nuovo sono sempre vere? Quando sono davvero da prendere in considerazione? Quando invece necessitano di un passo oltre.

Esistono infatti una serie di presupposizioni, pre – giudizi (giudicare prima del tempo), portati da convinzioni, credenze, vissuti, esperienze che costituiscono la lente attraverso cui filtriamo le persone, gli eventi, il mondo, i pensieri.

Anche chi è molto sensibile a volte può soffermarsi più sul contenitore rispetto al contenuto.

Quando si vive un momento delicato, e spesso in questa congiuntura economica è normale ci siano delle battute d’arresto, risulta difficile sintonizzarsi con chi si ha di fronte, perché nell’altro si rischia di percepire il proprio disagio dicendo: “Non mi piace, c’è qualcosa che mi stona, no!”.

Infatti spesso il contenuto non ha nulla a che fare con il contenitore e siamo portati a giudicare il contenuto in base all’aspetto.

Il problema del pre-giudizio immobilizza: è quel cemento armato che fa affondare nel mare della supponenza.  E il supporre non è!

E il nostro caro amico ego è maestro nel valutare le cose basandosi sulla confezione.

Com’è possibile stendere un verdetto senza avere la minima cognizione di causa su ciò che la persona che si ha davanti sta vivendo?!
Un’antica affermazione degli indiani Lakota recita così:

“Prima di giudicare accertati di aver passato almeno nove lune dentro ai mocassini del tuo nemico”.

Giudicare senza investigare è il massimo dell’ignoranza”.

 Ti è mai capitato di essere giudicato in modo poco attinente alla realtà?

 Cosa fare allora?

Ogni volta che ti permetti di andare oltre la superficie delle cose, diventano tue: non sei più tu ad appartenere loro. Vai oltre, concediti il regalo di una seconda occasione per avere una buona seconda prima impressione, mantenendo le antenne vigili nell’accogliere anche la prima sensazione che hai avuto.

Che occhiali indossi oggi?

Sono quelli di tua nonna, di tua madre, di tuo padre, del tuo medico condotto, del vicino di casa, delle voci di corridoio, del programma più in voga in tv del momento?

Rimani acceso…! Sii presente a te stesso, vai oltre e crea una seconda occasione

per fare una buona prima seconda impressione !

A presto,

Nicoletta