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Emozioni ed equilibrio emozionale

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Wikipedia definisce le emozioni “degli stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o appresi”. All’interno del grande insieme delle emozioni è stata effettuata una divisione in emozioni primarie e secondarie, dove le prime sono comuni a tutti i mammiferi, mentre le seconde appartengono esclusivamente all’essere umano. Avendo le emozioni un impatto sul quotidiano, è fondamentale mantenerle in equilibrio. Continuate la lettura se siete alla ricerca di preziosi consigli su come mantenere l’equilibrio emozionale.

Cosa sono le emozioni e a cosa servono

Le emozioni sono degli stati mentali assunti a seguito di uno stimolo che può avere diverse origini e possono riflettersi anche sul corpo, essendo, quest’ultimo e la mente, inscindibili. Per cui, si influenzano a vicenda. Le emozioni sono funzionali per potersi adattare all’ambiente circostante, rivestendo un ruolo fondamentale nei processi decisionali, cognitivi, e di giudizio. Sono una sorta di bussola interna.

Per stimoli provenienti dall’interno si intendono pensieri, riflessioni o sensazioni corporee, mentre per stimoli esterni ci si riferisce a un evento indipendente da noi, che però ha delle ripercussioni sulla nostra psiche. Una discussione con un amico, un brutto voto a un esame, una delusione amorosa, oppure la vincita di un concorso, la nascita di un bambino, ecc.

Dopo un qualsiasi evento scatenante, che sia positivo o negativo, segue una risposta corporea che riflette l’emozione suscitata, tra cui l’alterazione della frequenza cardiaca, della temperatura corporea e delle espressioni del volto. Oltre alle reazioni fisiologiche si definiscono anche delle risposte cognitive, spostando l’attenzione all’origine dello stimolo per cercare di comprenderlo, modificando involontariamente il linguaggio e determinando un’azione in risposta. Alterando una qualsiasi delle componenti sopracitate, si modifica l’intera risposta emotiva. Questo, è un aspetto fondamentale in termini di equilibrio emozionale, ma lo vedremo nel dettaglio più avanti

Spieghiamo a cosa servono le esperienze emotive

Le emozioni ci in epoca preistorica ci hanno salvato la vita infinite volte, e ancora oggi hanno il compito di guidarci nella vita di tutti i giorni, aiutandoci a prendere una decisione, esprimere un giudizio o fare un ragionamento. Darwin riteneva che le emozioni svolgessero un ruolo cruciale nel processo evolutivo, preservando la specie. 

Basti pensare alla reazione istintiva davanti al colore rosso: paura. Infatti, si tende a bloccarsi davanti a questo colore. Il rosso smuove la parte più ancestrale dell’uomo, perché richiama il colore del sangue, segno sia di nutrimento che di pericolo. La rabbia ci aiuta a scatenare dei meccanismi di difesa, mentre la tristezza è determinante per poter elaborare il dolore. 

Oltre a una funzione evolutiva, le emozioni hanno altri 3 compiti fondamentali: preparare all’azione mettendo in atto un comportamento specifico che mira alla sopravvivenza; comunicare lo stato d’animo al mondo esterno mediante la mimica facciale, la postura, il tono della voce e la gestualità; e rendere noi stessi consapevoli di cosa stiamo provando in quel momento. 

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Emozioni positive ed emozioni negative tra primarie e secondarie

Emozioni primarie

Nel corso della storia di psicologia sono state individuate 5 emozioni definite “primarie” poiché sono connaturate universalmente in ogni individuo vissuto sulla terra, indipendentemente dalla cultura, al luogo o al periodo storico a cui appartenevano. Queste sono la paura, la tristezza, la rabbia, il disgusto e la gioia. Paul Ekman ne aggiunse una sesta, la sorpresa, anche se altri esperti preferiscono considerarla come secondaria. 

Come si era già anticipato, le emozioni hanno il fondamentale compito di preservare la nostra integrità. Infatti la paura pone l’uomo, ma non solo, in uno stato di allerta. Aumenta il battito del cuore e si alza la temperatura. Il corpo può reagire in tre modi diversi: si prepara a fuggire, può attaccare o “congelarsi”.
La tristezza è legata a un dolore come un lutto o una perdita ed è funzionale alla rielaborazione di un evento traumatico. 

La rabbia cresce quando subiamo un’ingiustizia o ci viene arrecato un danno in maniera intenzionale o vengono calpestati i valori personali. Il disgusto è paragonabile a un campanello di allarme preventivo, che ha il compito di allontanarci da un qualcosa potenzialmente negativo o dannoso per noi, sia da un punto di vista fisico che morale. La gioia infine è paragonabile a un semaforo verde in quanto indica uno stato di ben essere e suggerisce al corpo di “continuare così”. 

Emozioni secondarie

Le emozioni secondarie sono più numerose rispetto a quelle primarie perché sono una combinazione di queste ultime, pertanto sono anche più complesse. Sono: l’allegria, il rammarico, la delusione, la vergogna, l’invidia, la gelosia, la speranza e la nostalgia. Mentre le prime cinque sono innate, quelle del secondo gruppo sono definite emozioni “sociali” proprio perché si sviluppano crescendo e interagendo nella società.

Si prova allegria quando si ha l’impressione di avere “il cuore pieno”, l’animo è vibrante e soddisfatto, pienamente nel flusso. Il rammarico si verifica a seguito di azioni che vanno contro i propri principi morali ed è un misto tra tristezza e rabbia. La delusione si prova quando le aspettative non si concretizzano, è uno stato d’animo molto vicino alla tristezza. Quando un’azione da noi stessi compiuta va contro le norme sociali, allora proviamo vergogna.

 L’invidia invece è un’emozione che guarda all’altro, infatti si desidera qualcosa che non abbiamo, che qualcun altro. La gelosia è strettamente connessa alla paura e alla tristezza, poiché indica il timore di perdere qualcosa che abbiamo già. La nostalgia consiste in uno stato di insofferenza provocato, velato di tristezza, per una persona o una situazione passata conclusa che si vorrebbe rivivere. Infine, la speranza è quell’emozione caratterizzata da uno stato di incerta attesa nei confronti di un evento o una situazione desiderata. 

Emozioni positive e negative

Nel corso del tempo è stata promossa una divisione delle emozioni primarie in positive e negative, ma è veramente così? Facciamo chiarezza su questo punto. All’inizio dell’articolo abbiamo detto che tutte le emozioni sono state funzionali alla sopravvivenza della specie e al nostro adattamento all’ambiente circostante, pertanto, come si può definire alcune di queste emozioni negative?

Questo aspetto genera spesso confusione proprio perché è stata spostata l’attenzione dal concetto di utilità a quello di piacere. Certamente, non si può dire di essere contenti quando si prova tristezza o rabbia, ma senza queste emozioni non saremmo in grado di capire quando ci manca qualcosa e abbiamo bisogno di tempo per elaborare il fatto, oppure quando subiamo un’ingiustizia.

Motivo per cui, piuttosto che dividere le emozioni in positive e negative, sarebbe più corretto distinguerle in piacevoli o spiacevoli, perché alla fine sono tutte per natura utili e di conseguenza positive. Consapevoli di ciò possiamo imparare a gestire le reazioni che scaturiscono dalle suddette emozioni. Esistono svariate tecniche, e in questo articolo vi daremo alcuni consigli per poterle gestire al meglio.

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Libri sulla gestione delle emozioni

Equilibrio emozionale. La via che conduce alla pace e alla guarigione interiore, R Martina e P. Eckman.

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