Quando si pensa alle capacità e alle performance lavorative, si ha la tendenza a considerare principalmente fattori molto razionali e logici che possono caratterizzare una persona.
Tuttavia, gli studi di questi ultimi anni condotti dalla psicologia del lavoro, considerando l’essere umano nella sua interezza, contemplando anche le caratteristiche più artistiche, creative, emotive. Infatti emozioni e sensazioni diventano determinanti (Salovey & Mayer, 1990).
Una qualità che ricopre una grossa influenza sulle capacità di lavoro è l’Intelligenza Emozionale (Mayer et al., 2002), che negli anni è stata definita in vari modi. E’ tutto quell’insieme di abilità, verbali e non verbali, che permettono a una persona di generare, riconoscere e esprimere le proprie emozioni e quelle degli altri, in modo da poterle vivere, gestire al meglio nella loro essenza più profonda (Van Rooy & Viswesvaran, 2004).
Una domanda molto importante che la psicologia del lavoro si è posta, è se l’intelligenza emozionale possa influenzare, positivamente o negativamente, le performance di lavoro al di là dell’intelligenza cognitiva (QI) o dei fattori di personalità. Al riguardo sono stati svolti moltissimi studi.
Una delle più grandi raccolte di studi che sono stati fatti per indagare questo aspetto è stata condotta da O’Boyle e colleghi, nel 2011. Raccolsero 43 studi con un totale di oltre 5 mila partecipanti, concludendo che l’Intelligenza Emozionale è un forte predittore della performance di lavoro, soprattuto in differenti contesti e tipi di lavoro. Un altro studio di Côté e Miners (2006) ha dimostrato che l’IE predice la performance di lavoro oltre la produttività cognitiva (QI) e i fattori della personalità. Hanno addirittura notato un effetto compensatorio: quando il QI è ridotto, l’Intelligenza Emozionale compensa le capacità della persona a livello relazionale, influenzando ancora maggiormente la performance di lavoro dandole quel carisma speciale.
Queste sono grandi scoperte, che rivoluzionano molti criteri di assunzione e percorsi formativi proposti dalle aziende stesse. Le imprese anche quelle più grandi, sono formate da persone. E questo è opportuno venga sempre considerato.
Quali fattori in particolare promuovono l’intelligenza emozionale? Uno sicuramente è la capacità di cogliere e accogliere la persona che sta davanti a noi, a tutti i suoi livelli. Capire come si sente attraverso le sue espressioni, i suoi movimenti, i suoi gesti, i suoi non detti, il linguaggio non verbale.
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Per scoprire la tua intelligenza emozionale, per andare oltre le solite interpretazioni e spiegazioni che diamo a noi stessi per cercare di capire la complessa realtà.
Vi aspettiamo!
REFERENZE:
Côté, S., & Miners, C. T. H. (2006). Emotional Intelligence, Cognitive Intelligence, and Job Performance. Administrative Science Quarterly, 51(1), 1–28. https://doi.org/10.2189/asqu.51.1.1
O’Boyle, E. H., Humphrey, R. H., Pollack, J. M., Hawver, T. H., & Story, P. A. (2011). The relation between emotional intelligence and job performance: A meta-analysis. Journal of Organizational Behavior, 32(5), 788–818. https://doi.org/10.1002/job.714
Salovey, P., & Mayer, J. D. (1990). Emotional Intelligence. Imagination, Cognition and Personality, 9(3), 185–211. https://doi.org/10.2190/DUGG-P24E-52WK-6CDG
Van Rooy, D. L., & Viswesvaran, C. (2004). Emotional intelligence: A meta-analytic investigation of predictive validity and nomological net. Journal of Vocational Behavior, 65(1), 71–95. https://doi.org/10.1016/S0001-8791(03)00076-9