Zio Paperone“La persona sicura rende le cose insicure sicure. La persona insicura rende ciò che è sicuro insicuro”.

Anche in periodi particolari è bello osservare come ci siano delle persone che appaiono come dei catalizzatori di energia. Qual è il segreto? Qual è l’ingrediente magico che permette di essere solari, propositivi, creativi e allineati alle possibilità del quotidiano? E’ la loro capacità di condividere, perché il condividere diventa moltiplicazione! Il dare senza troppe limitazioni, senza pensare di trattenere qualcosa, che si tratti di conoscenza, di tempo o di qualcosa di materiale, riempie all’ennesima potenza. E perché aiutare e contribuire fa sentire vivi? Anthony Robbins – attraverso la sua riflessione sui sei bisogni umani – aiuta a comprendere come queste azioni alimentino uno dei bisogni spirituali più intensi: il contributo. (Chi è Robbins? Scrivilo!) E’ interessante analizzare meglio questi sei bisogni: infatti quando una relazione, un lavoro, una scelta li soddisfano l’essere umano si sente nel suo pieno potere personale, centrato e sereno. Ogni bisogno contempla diversi modi per essere soddisfatto: ci possono essere veicoli positivi come veicoli un po’ meno ecologici.

Il primo bisogno è la Sicurezza

Abbiamo la necessità di sentirci sicuri, protetti. È importante capire però attraverso quale mezzo soddisfiamo questo bisogno: c’è chi utilizza il controllo, ignaro che più si controlla più tutto nel tempo sfugge al controllo stesso. Tra i veicoli positivi troviamo la conoscenza, la famiglia, il lavoro, gli affetti. La domanda da porsi è: “Cosa mi fa sentire sicuro? Attraverso quali veicoli soddisfo la mia sicurezza?”.

Segue poi la Varietà

Che si può anche chiamare “insicurezza” quando tutto è troppo sicuro nascono noia e apatia e si va a cercare altrove qualcosa che crei varietà. Sembra di essere alle prese con un rompicapo, come il cubo di Rubik: nel momento in cui la faccia di colore giallo è completata, quella del blu, prima in ordine, è tutta scombinata!  “Cosa regala varietà nella quotidianità, e come veicoliamo questo bisogno?” Attraverso viaggi, conoscenza di nuove realtà, persone, hobby? Il veicolo distruttivo può essere la droga, il cibo come riempimento di ciò che non c’è, il gioco d’azzardo,  o il fuggire dal mondo reale per crearsi delle chances in un mondo illusorio. Per quanti il mondo virtuale è più intenso del mondo reale? È un po’ il problema attuale: il Cyber Game, la Virtual Reality. Si smette improvvisamente di comunicare dal vivo. Si preferisce farlo via chat, via WhatsApp, via Facebook, si preferisce utilizzare la tecnologia piuttosto che creare un rapporto vero: siamo pigri. Premiamo un pulsante quando vogliamo parlare e siamo offline quando siamo stanchi di comunicare. Aggiungiamo e togliamo amici al nostro profilo come quando s’installa o disinstalla un’applicazione, come se non si trattasse di esseri viventi che provano dei sentimenti.

Il terzo bisogno è l’Importanza

Sentire che conti per qualcuno, per qualcosa. Gabriel Garcìa Marquez diceva: “Forse per il mondo non sei nessuno, ma per qualcuno sei tutto il mondo”. Cosa fa sentire importante?  Tra i veicoli positivi troviamo il lavoro, la famiglia, i figli, gli amici, il club di appartenenza, la squadra del cuore. Sono tutti ambiti in cui possiamo dare e ricevere, nutrire e nutrirci, creare una rete che ci renda forti. E qual è invece il veicolo negativo? Spesso attraverso la depressione si finisce per stare al centro dell’attenzione, attraendo le cure di chi ci sta vicino.

Quanto ci influenza la famiglia? Scopri come gli schemi famigliari possano influenzare te stesso e i tuoi comportamenti con il nostro prossimo corso!

Il quarto bisogno è il Legame, la Connessione, l’Amore

Provare connessione verso qualcuno, sentirsi in empatia, condividere un’emozione, provare sentimenti per esperienze affini. Il sentirsi uniti a un tutto che va oltre noi stessi, percepirsi come collegati ad un intento più grande alimenta il senso di connessione. Cosa porta a provare connessione? I veicoli destrutturanti possono nascondersi nei ricatti morali, nell’eccessiva accondiscendenza rivolta ad accattonare l’amore. Questi quattro bisogni si trovano nei territori della personalità, dell’ego, mentre i due bisogni che seguono sono geografie spirituali, vero nutrimento per l’anima.

Crescita e Contributo

La stessa natura insegna: O cresci o muori. Come sostiene Darwin le giraffe dal collo corto si sono estinte perché non arrivavano a nutrirsi dai rami più alti degli alberi quando ci fu un periodo di siccità. E qui si parla solo di nutrimento fisico. La crescita in realtà coinvolge anche la nostra parte animica. Un’anima che non evolve si riempie di nevrosi alimentando frequentazioni tossiche. Ecco che le persone diventano vampiri e i vampiri attirano vampiri. Chi cresce si sente migliore e funzionale ed è nella creazione poiché diviene un uomo di soluzione e non di problema. Quali sono i veicoli che mi portano a crescere? Un libro, un film illuminante, una conversazione ad anima aperta, una canzone che sembra scritta proprio per te. Ed eccoci al punto focale: il Contributo. Sarà accaduto di andare oltre l’orario d’ufficio, senza neppure accorgervi di non aver mangiato nulla, solamente perché ciò che stavate facendo appassionava a tal punto che tempo e spazio avevano perso ogni significato. Ecco cosa significa essere nel contributo! Si è nel contributo quando si sente di esistere attraverso ciò che si fa, si da, si è. Cosa mi fa sentire che sto contribuendo? In che modo lo faccio? A chi rivolgo il mio contributo? Crescita e contributo inondano di energia e l’energia crea energia: questo fa la differenza. Caro lettore, cosa Le riempie l’anima nel dare? Quali sono le cose che La portano a contribuire provando gratitudine? Cosa può fare attivamente in questo periodo particolare per apportare il suo contributo? Le consiglio di guardare il film “Un sogno per domani”, e in particolare il tratto che trova su YouTube che si chiama “Passa il favore”. Potrebbe stupirsi piacevolmente di quanto tutto questo sia arricchente.

“È necessario che ci sia luce all’interno perché possa vedersi anche all’esterno.”